Dress code: gioioso
Il dilemma del ‘che cosa mi metto’ assale soprattutto per le grandi occasioni, quando da un lato si vuole essere al proprio meglio e dall’altro si ha paura di sbagliare. Un’occasione esemplificativa è proprio l’invito ad un matrimonio e il relativo ‘dress code’ espresso o solo suggerito. Il consiglio è quello, prima di tutto, di analizzare se stessi, l’errore più grave: cambiare stile personale o essere eccessivamente sottotono.
Bisogna cercare il punto di equilibrio.
Si parte dall’invito che, letto bene, ‘parla’. Dice: stagione, luogo, più o meno formale, mare, montagna, campagna, città, orario (cambia di molto se si è invitati la mattina o nel tardo pomeriggio). La scelta della carta, i caratteri, la stampa o la calligrafia suggeriscono il resto. Dati importanti, insieme al proprio stile, che danno le basi su cui partire. Vietati il bianco, colore riservato tassativamente alla sposa, e il nero-salvo qualche eccezione – perché considerato non adatto e dedicato ad altri tipi di festeggiamenti. L’abito da cerimonia non è un abito da sera, ha dei propri canoni e una specifica adeguatezza. Bene i toni pastello, ma anche i colori vivaci, anche il rosso, o i toni solari, gioiosi. Le scarpe devono essere eleganti e per nulla sportive (dimenticate i mocassini e le décolleté in vitello nero), idem per la borsa: niente tracolla ma piuttosto una clutch, meglio se non classica.
Un tocco eccentrico è benvenuto, non bisogna essere ne’ noiosi, ne’ banali.
E poi c’è la moda. È il tempo dell’abito che disserta sul tubino, segna la vita, sceglie soprattutto il rosa, anche deciso, l’azzurro polvere o stampe e ricami che inneggiano alla primavera. Perfetti anche i pantaloni purché fluidi, quasi gonne ondeggianti per ampiezza con casacche altrettanto svolazzanti. Unica eccezione al libero arbitrio: se la sposa elegge le amiche a bridesmaid, allora può chiedere loro di vestirsi in un solo colore oppure con lo stesso taglio d’abito e in tal caso, è bene accettare di buon grado.
Qui, per orientarsi meglio, un breve vademecum su dress code femminile:
- Cocktail: elegante, ma con misura
- After five: elegante ma non troppo con un pizzico di informalità
- Beach formal: per le feste pieds dans l’eau ovvero sulla spiaggia oppure a bordo piscina, look molto estivo con qualche preziosità
Ma il dress code può anche indicare un tema o un colore, non dovrebbe essere troppo restrittivo per non obbligare gli invitati a comprare un abito nuovo se non ne hanno la volontà o la possibilità.